Alla scoperta di Cura 3.0 – Ecco svelate tutte le novità

La nuova versione di questo slicer è finalmente disponibile per il download: Cura 3.0 . Come promesso in questo articolo lo abbiamo provato per voi, per verificare e testare con mano la portata delle entusiastiche parole dei portavoce  della Ultimaker, che senza mezze misure lo ritengono rivoluzionario e molto superiore alle versioni precedenti.
Questa versione 3.0 promette migliorie sia a livello del software medesimo, incremento di velocità, implementabilità e un’interfaccia più friendly. Sia a livello slicing, introducendo un nuovo sistema di supporti, una nuova trama per l’infill e il posizionamento manuale della cucitura nel layer.

Vi Proponiamo anche una serie di 4 guide grazie alle quali Cura 3.0 non avrà più segreti!

Lato Software

Il primo dato che viene fornito quando si parla di questa nuova versione di Cura 3.0 è la velocità in avvio, quindi l’abbiamo messo in competizione con il “vecchio” Cura 2.3.
Con un PC i7, 32gb di RAM e dotato di SSD abbiamo aperto il busto di Augusto. Cura 2.3 ha aperto la schermata in  14,54 sec, effettivamente più lentamente di Cura 3.0 (11,45 sec), che risulta vincente con una diminuzione del tempo necessario del 21%.

Dopo averlo avviato ci siamo soffermati sull’interfaccia, diversa ma sostanzialmente uguale, possiamo ritrovare gli stessi menu e le stesse opzioni, sostanzialmente invariati.

L’unica vera differenza che si nota a colpo d’occhio è la presenza di un menu in più, la voce plugin.

La capacità di Cura 3.0 di integrare plugin di terze parti era la novità sostanziale.  Sono attualmente disponibili plugin compatibili SolidWorks e Siemens NX e possono essere trovati nel menù Plugin. I plugin possono essere installati con un solo clic e gli aggiornamenti  verranno automaticamente  installati non appena saranno disponibili.
Qui in foto potete vedere i plugin terzi disponibili per l’installazione al momento, che andranno ad integrare i nativi del software che sono circa una trentina.
Il plugin su cui Ultimaker sta spingendo maggiormente è l’integrazione con SolidWorks: con questo plugin si potrà passare dal disegno, all’esportazione, ad  elaborazione e stampa nel modo più veloce possibile.

Lato slicer

Veniamo a noi e quello che maggiormente interessa noi maker, il lato slicer. Sotto questo punto di vista Cura 3.0 ha apportato qualche novità e qualcuna di queste potrebbe essere veramente interessante!

Innanzitutto guardando lo spazio di lavoro ci si accorge subito che la scacchiera a cui eravamo abituati è stata sostituita da un reticolato. Questa rete ci può aiutare poichè è graduata, e non solo avremo la scacchiera più visibile con quadretti di lato 1 cm, ma muovendoci con il mouse più vicino scopriremo anche la rappresentazione dei millimetri. Tutto questo può darci la possibilità di un posizionamento del modello davvero millimetrico.

Un’altra modifica che davvero ci voleva è il metodo in cui vengono visualizzati i layer. Le versioni precedenti di  Cura hanno sempre e solo mostrato il layer considerato, scollegato da tutto il resto del modello. Ora invece potremo vedere come il modello evolve. E in più potremo anche decidere se vedere o meno, il guscio, l’infill le torri e addirittura gli spostamenti del nozzle (gli spostamenti nell’immagine sono la parte blu).

In questa nuova versione avremo anche a disposizione molti più materiali predefiniti, uniti anche dalla possibilità di scegliere le impostazioni di fabbrica di molti materiali. Unico neo che le marche di filamento che sono rappresentate non sono tra le più conosciute e commercializzate in Italia.

Riduzione del tempo di stampa e consumo di materiale.

Tra le varie promesse c’è anche la riduzione in primo luogo del tempo di stampa, con un consumo di filamento ridotto.
Abbiamo voluto testare in prima persona questa nuova caratteristica, attraverso una stampa artistica: Chi meglio dell’imperatore Augusto poteva venirci in soccorso? Abbiamo settato Cura 2.3 e Cura 3.0 esattamente con le stesse impostazioni: e queste sono le differenze.

 

 

 

Come al solito queste tempistiche sono valide solo per le stampanti Ultimaker e anche in Cura 3.0 non cambia la situazione. Il tempo di stampa, seppur non rispettato comunque va a vantaggio del nuovo software. La stampa viene ultimata in 4 ore e 45 minuti, contro le 5 ore e 30 minuti di cura 2.3. La maggior velocità però porta qualche imperfezione con se, imperfezioni che si possono notare nell’orecchio destro di Augusto. Anche se dalle foto non si può notare, la maggior velocità, unita a maggiori vibrazioni, portano anche l’evidenziarsi del layer: anche se differenze di poco conto, dal vivo la stampa di Cura 3.0 risulta meno perfetta. In queste fasi di prova del nuovo slicer cercheremo un modo per rallentarlo un pochino, avvicinandolo alla vecchia versione sia come tempistiche che come qualità.

 

 

 

 

 

 

Il materiale consumato è rimasto in linea con quanto dichiarato.
Una delle maggiori novità si può notare nella foto seguente, se osservate quanto indicato dalle frecce rosse noterete che Augusto 3.0 sotto il mento è molto migliore del suo gemello, Augusto 2.3. Questo molto probabilmente è frutto del lavoro degli sviluppatori di Ultimaker lato supporti, effettivamente uno dei punti deboli più in vista. Ora con i settaggi predefiniti avremo modelli meglio “supportati” e con meno cicatrici dovute ai supporti. Anche se può sembrare strano, seppure la stampa risulti meglio supportata, il distaccamento delle parti di sostegno da Augusto 3.0 è risultato molto più semplice, più veloce e ha richiesto meno sforzo.

 

Le altre novità

Una opzione che stavamo aspettando era proprio l’opzione che permette di spostare la cucitura. Questa opzione ci consentirà  di controllare e decidere dove collocare la cucitura – dandoci la possibilità di  nasconderla in angoli convessi o in facce esposte dove sarà  facile da rimuovere con un minimo di postproduzione. Questo lascia irrisolta la problematica della cucitura quando vogliamo stampare vasi senza modalità spiraliforme, ma per il momento dobbiamo accontentarci.

Cura 3.0 apporta anche una serie di modifiche allo strato superficiale del modello, che renderà migliore la stampa finita, rendendola più bella e con meno imperfezioni. Ma la parte più importante delle modifiche che verranno apportate sarà la correzione, in automatico, dello strato esterno che si autoregolerà per eliminare il piccolo gap tra infill e guscio. Questo gap è stato, fino ad ora l’incubo di tutti coloro i quali dovevano stampare con ugello fisso 0,4 mm, modelli in una determinata scala, dando il problema che vediamo in foto.  Beh ci farà molto piacere dirgli bye bye!

La modifica che abbiamo preferito però  è l’aggiunta di due nuovi pattern di infill, a quarto di cubo e a croce bottonata.
L’infill a quarto di cubo in teoria deve essere usato per figure geometriche e stampe grandi. Questo particolare infill garantisce un’ottima robustezza pur diminuendo il materiale usato per comporre l’infill, riducendo al massimo le vibrazioni durante la fase di stampa dell’ interno.

Questa particolare trama dimezza le vibrazioni rispetto al solito riempimento a griglia.

L’altro nuovo pattern è la croce bottonata. Questo infill è consigliato per le gomme, materiali flessibili e morbidi. Noi abbiamo subito voluto provarlo con il PETG pseudo-flessibile della Tomas 3D.  Il pattern a croce riduce di molto le ritrazioni, per cui per la proprietà transitiva presenta meno problemi quando la ritrazione è disattivata.
Questo nuovo infill, sarà la novità,ma  è veramente affascinante, e non vi stupite se vi verrà voglia di stoppare la stampa a metà per lasciarlo visibile! A noi è successo!

Conclusioni

Cura 3.0 purtroppo non è rivoluzionario, e probabilmente non ci cambierà la vita. Però sicuramente mette sul piatto importanti novità. Alcune di queste servono a colmare il gap ed avvicinarsi a qualche competitor che fino a questo momento era qualche passo avanti. Altre sono buone trovate, originali e uniche per personalizzare ancor di più uno dei migliori software slicer in circolazione.

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