[GUIDA] Ritrazione – utilità e impostazioni

Quante volte avete già sentito la parola ritrazione? Per molte stampe usare la ritrazione e settarla a dovere è un obbligo per arrivare ad avere un risultato all’altezza delle nostre aspettative.
La ritrazione è quel comando che, se adoperato a dovere, ci permette di effettuare più stampe contemporaneamente senza lasciare l’ombra del passaggio, sotto forma di filo che unisce le varie stampe.

L’opzione di retrarre il filamento è stata introdotta nella stampa 3D per eliminare, o per lo meno arginare, il problema dello stringing. Questo si manifesta con la produzione di fili nello spostamento tra 2 punti della stampa dove l’ugello compie un “salto nel vuoto”.
Il materiale sciolto continua a colare, anche pressato dal peso del materiale sovrastante. Nello spostamento vengono formati questi microfili che hanno tutta l’impressione di essere una ragnatela.

Più tardi parleremo di come impostare la ritrazione, ora però vorrei accennarvi i 2 problemi che alcuni valori errati di impostazione possono creare.

Abrasione del filamento

Il primo è l’abrasione del filamento, argomento già trattato in questo articolo. Questa problematica avviene per diverse cause. Potremmo aver impostato una velocità di retrazione troppo estrema. Oppure una serie pressante di ritrazioni, un precarico non abbastanza compresso o ancora, se il nostro pignone spingifilo non fa bene grip sul filamento, può scivolare e abradere il filamento. In tutti questi casi il filamento viene consumato e può arrivare a non riuscire ad essere estruso. In questo caso vedremo vicino all’estrusore la tipica polvere di filamento, a testimoniare l’abrasione. Oltre che una diminuzione della sezione del filo.

Blocco dell’estrusione

Il secondo caso di errore dato da impostazioni errate comporta il totale arresto dell’estrusione. Questo si verifica con distanze di retrazione esagerate. Immaginate di impostare oltre un centimetro di ritrazione, pensando erroneamente che aumentando la distanza il filamento disciolto non cada. L’hotend non è un sistema sottovuoto, per cui la ritrazione non ha la possibilità di “risucchiare il filamento”. L’unico scopo è di eliminare la pressione di spinta e gravitazionale dal materiale liquefatto presente nel nozzle. Valori di retrazione troppo elevati possono portare il filo in transizione tra solido e viscoso  troppo in alto, in corrispondenza del radiatore. Qui il materiale mezzo sciolto solidificherà in fretta andando ad occupare tutto lo spazio dsponibile. Ciò produrrà un rigonfiamento nel diametro, che non ne permetterà più il normale scorrimento. Si renderà necessaria una pulizia approfondita del nozzle e della pipa.

I Valori della ritrazione

Come promesso iniziamo a parlare di ritrazione e come impostarne i valori.
Iniziamo con il dire che i parametri da impostare per eliminare i problemi di stringing sono 3. Due sono ovvi, si tratta di distanza di ritrazione e velocità di ritrazione. Il terzo non c’entra direttamente con la ritrazione ma può fare in modo che il risultato venga raggiunto più facilmente: la velocità degli spostamenti.

Distanza di Ritrazione

Abbiamo già accennato che questo è un parametro fondamentale. La sua funzione  però è semplicemente il togliere pressione dal materiale già liquefatto. Questo ci deve dire che è inutile impostare distanze di retrazioni enormi, già con un minimo verrà raggiunto l’obiettivo.

Il parametro “distanza di ritrazione” cambia in base alla tipologia di estrusore utilizzato. Con l’estrusore Bowden, essendo lontano dall’hot-end, deve essere impostato un valore maggiore rispetto all’estrusore diretto. Nel caso di Bowden consiglio una distanza di ritrazione di 6,5 mm, mentre per estrusori diretti sono sufficienti 3 o 4 mm. Come accennato prima sconsiglio di spingersi oltre gli 8 mm come misura. Oltre gli 8mm ci sono solo problemi!

Velocità di ritrazione

Questo è forse il parametro fondamentale per arrivare ad avere stampe soddisfacenti. La velocità di ritrazione determina il tempo impiegato all’eliminazione della pressione. Minore il tempo, migliore il risultato: con dei limiti. Un valore di velocità di 25 mm/sec è una buona base di partenza per ogni materiale usato. Ci si può spingere anche a velocità maggiori ma raccomando di non oltrepassare i 45mm/sec, o rischiamo di trovarci con il filamento abraso.

Velocità degli spostamenti

Visto quanto detto fino ad ora, ovvero che lo stringing è il risultato della colatura della plastica fusa appare subito chiara l’importanza di avere una velocità di spostamento sostenuta. Maggiore velocità negli spostamenti equivale a minore tempo a “spasso nel vuoto”. Quindi minor possibilità di formare ragnatele.  In base alla possibilità della stampante consiglio una velocità degli spostamenti da 120 a 150 mm/sec.

Adesso sapete esattamente come regolare la retrazione e basterà qualche prova per trovare i valori ideali della vostra stampante. Ovviamente anche il tipo di materiale utilizzato influisce su quanto forzare con la retrazione. Il PETG è il materiale che tende a colare più di tutti in assoluto e quindi che necessiterà impostazioni spinte ad hoc. Poi, in un’ipotetica classifica dei filamenti apparirebbero il Nylon e il PLA. I quali necessitano si di ritrazione, ma non in maniera spinta. Infine troviamo l’ABS, che in condizioni normali quasi non cola.

Può però capitare, stampando materiali molto viscosi, che la ritrazione non basti mai, o al contrario stampando materiali elastici che non si possa usare, o quasi. C’è un modo per evitare lo stringing pur non utilizzando la ritrazione?

Esistono un paio di trucchi, vediamoli!

Minimizzare le retrazioni tramite l‘impostazione della giusta trama di infill

Innanzitutto, se stiamo stampando un materiale morbido, poco avvezzo alla ritrazione potrebbe dare problemi, statisticamente, in proporzione a quante ritrazioni deve eseguire. Per questo il software slicer Cura, con la versione 3.0 ha inserito un infill che minimizza il numero di ritrazioni necessarie. Questo permette, anche nel caso stiamo stampando un materiale morbido (es. TPU), di lasciare attivate le ritrazioni per quando è necessario, senza dovervi ricorrere spesso. Questo infill particolare è chiamato a croce bottonata e richiede 1/5 delle ritrazioni in uso per le trame fin’ora utilizzate.

Fili, fili e ancora fili!!!

Nel caso in cui ci troviamo ad avere a che far con un materiale che perde filamenti, pur impostando al massimo consentito i parametri della ritrazione non disperate! Possiamo ordinare all’ugello di rimanere sempre all’interno dell’area di stampa. Così facendo eviteremo i “salti nel vuoto” , principale causa che porta alla creazione delle stringhe.
Semplicemente attivando la modalità combing (novità di Cura 3.0). Questa modalità impone che i percorsi siano all’interno dell’area stampata, quindi “sostenuti”.  Il minimo di “bava” che si creerà all’interno del modello verrà facilmente coperta dalla deposizione del successivo strato perimetrale o di infill.

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