La stringatura, anche chiamata tesatura, in inglese stringing, è l’errore che rende le stampe “pelose”. E’ dovuto dalla fuoriuscita non gradita di plastica dall’ugello. Questa plastica fusa, somigliante alla tela di un ragno si presenta normalmente negli spazi di movimento dell’ugello. Dove non ci sono parti di stampa a sorreggerlo.
Questo problema deve essere risolto al più presto poiché oltre ad essere esteticamente non gradevole, se si manifesta in modo ingente può compromettere (anche se pur in maniera minima) l’integrità della nostra stampa! Infatti il materiale che forma il filamento è in tutto e per tutto materiale sottratto alla stampa, e in qualche caso particolare, se per esempio l’oggetto da stampare presenta grossi vuoti tra le pareti può anche minarne l’integrità strutturale.
Ecco cosa fare
Una serie di accorgimenti possono ridurre se non eliminare questa problematica: la prima su tutte è quella di usare i supporti se lo spazio tra 2 punti di una stampa è troppo ampio.
Il supporto non lascia spazio vuoto sotto la stampa e in sostanza simula la stampa di un oggetto senza sbalzi. Come detto prima, il solo fatto di evitare il tragitto del nozzle attraverso ampi spazi aperti contribuisce a ridurre lo stringing del 80%.
Simplify3D in questo caso ci viene incontro poiché ha un’opzione chiamata “Avoid crossing outline for travel movement”. Anche Cura con la terza versione ha implementato una funzione simile. Questo non permette all’estrusore di compiere veri e propri “salti nel buio”. Tenendolo sopra al modello anche durante gli spostamenti.
Ci rendiamo conto però che non sempre è possibile evitare i collegamenti o usare supporti, quindi ci accingiamo a proporre regolazioni da affinare fino all’eliminazione del problema.
Temperatura
Il primo parametro a cui dovremo fare attenzione è proprio la temperatura, essa è infatti responsabile dello scioglimento del filamento, se è troppo elevata la plastica si scioglierà eccessivamente e colerà nel nozzle anche quando il restante filamento verrà correttamente ritratto.
La prima regolazione da effettuare è la diminuzione della temperatura di 5 gradi in 5 gradi, e analizzare se e quanto la situazione migliora di volta in volta. Questo nella stragrande maggioranza dei casi risolve quasi del tutto i problemi, in caso di impostazioni corrette.
Aumentare la velocità degli spostamenti
In presenza di lunghi trasferimenti può contribuire anche alzare la velocità di trasferimento. Questo lascia meno tempo alla plastica di colare, è un rimedio poco ortodosso ma funzionale.
La stragrande maggioranza delle stampanti riescono a ben tollerare i 150 mm/s di trasferimento, già a questa velocità potremmo già notare delle differenze.
Impostiamo la retrazione a dovere
Se dopo tutti questi accorgimenti ancora ci troviamo in presenza della “tela del ragno” dovremo iniziare a lavorare sulla ritrazione.
Innanzitutto possiamo partire sfatando un mito piuttosto comune sulla ritrazione, ovvero che la ritrazione succhia il filamento dall’ugello. Questa errata convinzione può portarci a pensare che più ritrazione viene usata meno stringature si presenteranno.
In realtà una volta che il filamento si è sciolto nell’hot-end non può essere ritirato, l’unico modo in cui potrebbe essere ritirato sarebbe avendo un estrusore sottovuoto, dove una ritrazione di filamento corrisponderebbe una diminuzione di pressione e quindi un effetto risucchio, ma sappiamo bene che non è questo il caso.
L’unico effetto che la ritrazione esercita sull’estrusore è diminuire la spinta (anche solo gravitazionale) e non forza il filamento a scendere.
Valori consigliati
Normalmente valori di ritrazione compresi tra 1-2 mm per estrusori diretti, 10-12 mm per i bowden e una velocità di ritrazione di 3/5000 mm/m garantiscono lo svolgimento della stampa senza intoppi, tuttavia alcune condizioni particolari o alcuni materiali richiedono impostazioni diverse.
Il PETG infatti darà molto spesso questo problema e sarà di difficile soluzione, preparatevi quindi con pazienza e cesoie ad hoc a rimuovere i filamenti!
Purtroppo in questo caso l’unica soluzione è procedere per tentativi aumentando gradualmente 1 di questi valori alla volta e osservare i miglioramenti.
Sicuramente valori di ritrazione oltre ai 5 mm per i diretti e 20 mm per gli estrusori bowden non portano ulteriori benefici. L’aumento di velocità di retrazione oltre una certa soglia, 7/8000 mm/min invece può creare dei seri problemi, già descritti in questo articolo che descrive il fenomeno dell’abrasione del filamento da parte dell’estrusore.
Alcuni filamenti sembra abbiano un valore specifico per la quantità e la velocità di ritrazione. Per cui se avete la fortuna di trovare, a furia di prove, i valori ottimali non dimenticatevi di appuntarli sulla bobina!
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