Piatto di stampa
Il piatto di stampa è il luogo fisico dove materialmente viene posato il filamento e dove prendono vita le nostre creazioni, può variare di dimensioni. Tra i più piccoli possiamo arrivare ad avere piatti di 10×10 cm fino ad i più grandi in commercio che si aggirano intorno ai 40×40 cm, con una massima diffusione sui 20×20.
Un piatto può avere l’opzione di riscaldarsi o meno e questo incide su quali filamenti possiamo usare.
Molti filamenti a base plastici hanno bisogno di un’alta temperatura del piatto (fino a 120°) per aderire e quindi per permettere la stampa senza errori.
Quindi i piatti che rimangono freddi permettono la stampa di PLA e di filamenti caricati a base PLA.
I piatti che hanno anche l’opzione del riscaldamento possono ospitare qualsiasi tipo di filamento. In questo articolo si spiega come migliorare l’adesione al piatto di stampa.
Questi piatti scaldati sono responsabili dell’ 80% del consumo di corrente di una stampante a pieno regime. Infatti consumano dai 200w ai 500w,contro l’hot end che consuma normalmente circa 40w.
Il piatto riscaldato è normalmente provvisto di un circuito in “cortocircuito” che scalda e di una sonda di temperatura che legge il funzionamento e permette all’elettronica di dosare la potenza impiegata.
Per dovere di cronaca bisogna citare anche i piatti delle stampanti “Delta” che sono provviste di un piatto rotondo. Ma che come principio di funzionamento è del tutto simile a quello ordinario quadrato/rettangolare.
N.B.: Quando si guasta il piatto conviene procedere con l’acquisto e la sostituzione del pezzo intero già provvisto di sonde e circuiti, se non si è professionisti elettrici. Il fai da te privo di esperienza in questo caso potrebbe produrre danni.
Il Piatto di stampa è facilmente reperibile attraverso i più famosi mercati elettronici: