In questa guida PETG cercherò di fare il punto su questo filamento che rappresenta un’ottima possibilità che, anche se sta lentamente soppiantando l’ABS, non è ancora così famoso.
Il PETG fa parte della famiglia dei poliesteri, ed è definita come resina termoplastica. Il PET rappresenta il tereftalato di polietilene (lo stesso usato per la plastica delle bottiglie) e il G significa che è stato glicolizzato, modifica per una maggiore durata. Quindi se ne consiglia, per la stampa 3D qualitativa, il solo uso in forma PETG. Questo polimero per le sue caratteristiche intrinseche sta prendendo piede nella stampa 3D e a livello domestico sta soppiantando l’ABS.
Il trend non è casuale, è dovuto principalmente ad i vantaggi che emergono nel confronto diretto.
Ecco qualche caratteristica: Guida PETG
Inodore: è completamente inodore, caratteristica fondamentale per l’uso domestico, anche se inodore non significa non tossico.
Basso tasso di restringimento: mantiene le misure fedelmente raffreddandosi, ideale per stampe di grosse dimensioni.
Idrofobico: Non assorbe l’acqua, e quindi sostanzialmente non si deteriora
Elevata resistenza agli urti: l’elevata resistenza lo rende il materiale ideale per tutto ciò che si muove, compresi quadricotteri, auto telecomandate e robot (anche se può essere graffiato facilmente).
Alta resistenza meccanica ed eccellente flessibilità: ideale per essere usato per oggetti sottoposti a stress meccanico, è un materiale duro, estremamente resistente e flessibile. Questo è dovuto anche ad un ottimo coefficiente di adesione fra strati. Tale caratteristica lo rende inadatto a stampe con troppi supporti. La saldissima adesione tra layer fa si che questi non siano così semplici da staccare a stampa finita.
Alta resistenza chimica: estremamente resistente alla azione di agenti chimici, acidi e alcali.
Tipicamente il PETG si presenta traslucido, che da all’oggetto una finitura lucida in superficie.
Ma cosa significa questo per le applicazioni pratiche? Quali sono gli oggetti ideali per essere stampati con PETG?
Come abbiamo già detto è indicato per telai o scocche di mezzi terrestri, acquatici o volanti radiocomandati. Oppure può essere usato (quasi tutti i PETG – leggere la scheda specifica) per oggetti che devono stare a contatto con alimenti, per oggetti casalinghi di uso comune, per attrezzi. Sostanzialmente tutto a patto che non ci serva un materiale particolarmente rigido o morbido. La tipica flessibilità potrebbe essere troppa per alcune applicazioni o troppo poca per altre, dove intervengono i filamenti flessibili TPE e TPU.
Guida PETG: Come stamparlo
Come tutti i materiali (unico escluso il PLA), ci è difficile ottenere ottimi risultati dopo una o due sole stampe.
Quindi bisogna approcciarsi con curiosità e disponibili a sacrificare un pochino di tempo e materiale per effettuare delle prove. Ovviamente in questo articolo io cercherò di darvi un indirizzo ma come si può facilmente evincere leggendo le nostre recensioni dei filamenti PETG i parametri possono cambiare di molto. Da marca a marca come anche da macchina a macchina.
Consiglio:
Il mio consiglio, che non vale solo per il PETG, ma per tutte le prove che effettuerete su qualsiasi tipo di filamento è di munirsi di scotch carta e annotare direttamente sulla bobina i parametri utilizzati e risultati ottenuti. Può sembrare facile ricordarsi le impostazioni ma dopo tempo e con diversi materiali potrebbe non esserlo. Con un minimo sforzo avrete un diario delle prove effettuate direttamente sul materiale, per non ripetere più volte lo stesso errore!
Vi anticipo che anche se il PETG non soffre di warping come l’ABS potrebbe comunque verificarsi raramente. Il problema del PETG, sostanzialmente l’unico, è una sensibilità acuta allo stringing. Data dall’alta viscosità del materiale in forma liquida.
SETUP E PREPARAZIONE ALLA STAMPA.
Superficie di stampa:
Iniziamo dicendo che il PETG può essere stampato con successo su qualsiasi superficie, su nastro blu, vetro, acciaio e alluminio. Possiamo aiutare l’adesione con dimafix, colle di vario tipo e lacca forte. Io normalmente stampo su vetro o acciaio inox con un velo di lacca senza particolari problemi.
Pre impostazioni:
Il PETG necessita di più spazio tra ugello e piatto per il primo layer per una stampa ottimale, per questo si consiglia, quando possibile, di aumentare lo Z offset lasciando più “fiato”. L’ideale è di raddoppiare la linea layer impostata. Quindi ad esempio se stiamo stampando a 0,2 mm si deve impostare l’offset in modo che il primo strato abbia 0,4 mm di spazio. Questo procedimento non è sempre possibile e se avete intenzione di fare un’unica stampa in PETG per tornare ad altri materiali può non avere senso modificare meccanicamente la vostra stampante.
Lasciate le impostazioni come sono e se siete sensibili non guardate il primo strato stampato su cui striscerà l’ugello, nel giro di 10/15 layer la vostra stampa sarà perfetta.
Ventilazione:
In fase di slicing potrete decidere come impostare il funzionamento della ventola layer. Estrudendo questo materiale la ventola si imposta in base al risultato che si vuole ottenere.
Assenza di ventilazione equivale a strati ben saldi, massima ventilazione a maggiore definizione dei particolari. In linea di massima raccomando ventilazione tra il 50/60%.
Come è ovvio la ventola non si deve attivare per i primi layer. Nella guida alle impostazioni di Cura è spiegato il metodo per far entrare la ventola layer dolcemente, ed evitare quindi una serie di problemi.
Temperatura:
Ora passiamo alle temperature. L’estrusione del PETG può variare di molto, da 220°C a 245°C, in base alla marca del filamento, alla stampante usata e al risultato che vogliamo ottenere. Certo è che maggiore temperatura è uguale a un oggetto più compatto ma con maggiore possibilità di creazione di fili, al contrario minore temperatura l’oggetto è più definito anche se risulta più fragile (anche se non è mai fragile).
Per quanto riguarda la temperatura del piatto bisogna seguire le raccomandazioni. Normalmente è consigliata una temperatura di circa 70° anche se le nuove miscele sono stampabili anche a piatto spento.
Personalmente mi sono dato la regola di stampare il primo strato a 70° e spegnere il piatto per i successivi. Spiego come impostare questa opzione nella terza guida di Cura. Se si intende spegnere il piatto è raccomandabile inserire nella stampa un Brim da 4 a 8 mm, in base alla dimensione del modello.
Velocità:
Anche la velocità di stampa deve essere calmierata. La composizione più elastica fa si che si stampi senza problemi fino a 50mm/sec e dia problemi sempre maggiori aumentando questa velocità.
Quindi vi invito a non superare la velocità di 50mm/sec.
Possibili problematiche:
L’unico problema riconosciuto del PETG è una tendenza allo stringing, soprattutto se ad alte temperature, dovuto alla composizione molto viscosa di questo materiale in forma liquida.
La documentazione del PETG che si trova online descrive anche possibili episodi di over extrusion, e quindi cito questo problema anche se personalmente non l’ho mai riscontrato.
Sicuramente c’è da dire che piano piano che la stampa 3d avanza anche i produttori di filamento migliorano le produzioni eliminando eventuali problemi tipici del materiale.
Se dovessero capitarvi delle colature o escrescenze non dovete far altro che diminuire di una percentuale il flusso, tipicamente il 5% per volta.
Guida PETG: Conclusioni:
Dopo qualche prova la stampa del PETG diventerà routine. Vi innamorerete delle caratteristiche di questo materiale! Nessun odore, nessun restringimento ed una resistenza eccellente sono alcune delle proprietà di questo materiale.
Acquistando una marca di eccellente qualità la stampa di questo materiale risulterà anche più facile. Vi consiglio di leggere le nostre recensioni sui filamenti PETG, dove troverete tutte le informazioni utili!
Spero di aver dipanato i vostri dubbi in merito alle applicazioni e modi d’uso di questo poliedrico filamento con questa Guida PETG, se avete altre domande esponetele nei commenti!
Infine vi voglio lasciare con un suggerimento per un PETG ottimo da stampare e come resa visiva:
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Ciao,ho comprato da poco il filamento petg e dopo alcune modifiche sono riuscito a migliorare la stampa ma tuttavia di strada da fare ce ne è ancora..i problemi sono i seguenti:
Filamenti in zone di vuote( zone di spostamento rapido), dopo il raft uno dei 2 oggetti che stavo stampando in contemporanea ( entrambi di dimensioni di 1cm cubo ) ha cominciato a spostarsi insieme all estrusore per i primi 2/3 layers dopo di che si è stabilizzato..in ultimo ( non per importanza) gli strati non sono ben solidificate tra loro tant è che si spezzano mooooolto facilmente..i parametri principali che ho tenuto sono :
estrusore 140 gradi
Piatto 75 per tutta la durata della stampa
Velocità 50
Ventola 100% da inizio a fine stampa
Filamento petg (marca tianse)
Vi ringrazio in anticipo. Se sapete consigliarmi mi risparmierete un bel po’ di prove e di scervellamenti..
Ciao Emanuele, penso tu ti sia sbagliato a scrivere 140 e volessi dire 240, in quel caso è corretto. Il piatto teoricamente dopo i primi 5/10 layer si può spegnere (se in presenza di lacca o comunque aiutato da agenti che migliorano l’adesione). L’unico consiglio che mi sento di darti è quello di abbassare drasticamente la ventilazione, se non proprio spegnerla, almeno per le prime prove. Con il petg è facile arrivare ad avere l’ugello parzialmente otturato che si manifesta come estrusione “magra” non permettendo che l’adesione tra i layer si cementi. Puoi iniziare ad abbassare la ventilazione, sostituire l’ugello e magari controllare che l’hot end sia montato correttamente e correttamente funzionante. Torna a dirci se hai ottenuto i risultati sperati!