[GUIDA] Primo avvio della stampante 3d – Tutti i passi necessari

Eccovi qui, al primo avvio della stampante 3D. Avete comprato la stampante in Kit, magari una di quelle che abbiamo recensito. Avete seguito il giusto tutorial di montaggio su Youtube e   l’assemblaggio è finito. E ora? La stampa 3D in questo punto ha un piccolo gap, in cui un utente che non abbia familiarità con questi processi può perdersi.
In questo breve articolo cerchiamo di spiegare gli ultimi passi che dovete ancora compiere per essere operativi al 100% con il vostro nuovo giocattolino.

Passo 1 – Collegare la stampante al PC

Dopo la fine del montaggio/posizionamento della stampante collegarla al PC è la prima cosa da fare. Tramite i programmi di dialogo potremo testare le varie movimentazioni. Il dialogo tra macchina e PC ci permette anche, se si renderà necessario, di attuare una serie di regolazioni “di fino”. Come ad esempio il calcolo del PID, la regolazione della quantità di filamento , la regolazione dell’offset ugello-piatto e molte altre ancora.
Questo in sostanza ci permette di comandare la stampante tramite Gcode, il linguaggio macchina.

Avere la stampante collegata è essenziale anche per la sostituzione del firmware. Il firmware è l’insieme delle informazioni base contenute nella scheda madre. Dimensioni, distanze e optional sono memorizzati in questo software. Un upgrade che riguardi l’aggiunta di un nuovo dispositivo come il sensore di fine filamento o la sonda di livello comporterà l’aggiornamento del firmware. Ne dovrete installare uno nuovo che abbia all’interno le righe di codice richiesto.

In questo articolo spiego dattagliatamente le operazioni da fare per collegare la stampante 3D al PC. Sommariamente lo riporto anche qui.
Per prima cosa, visto che la quasi totalità delle stampanti funzionano con Arduino, dovete scaricare il software Arduino. Non dimenticatevi di includere nell’installazione i Driver USB.
Questi driver serviranno al programma per riconoscere la vostra scheda e collegarla al computer. Ora scegliete la scheda, la porta COM in uso e qui abbiamo finito.

Altro programma indispensabile (e gratuito) è Repetier Host, il programma di dialogo. Una volta scaricato inserite la giusta stampante e porta di comunicazione. Collegate la stampante.
Se avete fatto tutto bene la vostra macchina risulterà collegata e potrete muovere i motori e riscaldare le varie parti della stampante da software.
Tramite l’apposito pulsante mandate in home l’asse Z la stampante e gioite, il passo 1 finisce qui!

Passo 2 – Livellare il piano di stampa

Ripartite esattamente da dove avete lasciato la vostra stampante, quindi in home z. Ora mandate in home anche x e y e iniziate il livellamento del piano tramite foglio di carta. Ho già trattato l’argomento tramite un focus in questo altro articolo

In sostanza si tratta di stringere le viti del piatto abbastanza da non far cozzare il nozzle contro il “bed”. Ora ci troviamo con l’hotend in home a circa 2mm/1cm dal piatto, nella posizione home. Svitiamo le 4 viti del piatto fino a trovarci a far passare un foglio di carta “giusto giusto” tra piatto e nozzle. Quando la distanza sarà giusta il foglio scorrendo emetterà un leggero fruscio, quasi impercettibile all’orecchio. Bisogna ripetere questa operazione quante più volte si può, agli angoli, al centro e in punti casuali, fino ad avere il piatto perfettamente livellato. Livellato significa riscontrare la stessa distanza in ogni punto del piatto, tra piano e ugello.

NB: nel caso il vostro piatto sia leggermente imbarcato, trattandosi di decimi di millimetro il livellamento non è possibile. Rallegratevi però perchè questo problema può essere facilmente risolto con una spesa minima. Potete acquistare un vetro o uno specchio. Questi materiali non si incurvano facilmente e sono rettificati con errori minimi, sicuramente faranno al caso vostro!

Passo 3 – Impostare lo slicer

Se non l’avete ancora fatto prima del primo avvio della stampante dovete procedere all’installazione dello slicer. Nella sezione dedicata ai software per la stampa 3d del Blog potete trovarne molti, la quasi totalità è scaricabile gratuitamente. In base alle vostre preferenze potrete provarli e studiarli.
Personalmente prediligo Cura, performante, gratuito, offre tutte le funzioni che un utente amatoriale possa desiderare.
Con la terza versione sono state aggiunte una serie di opzioni che lo hanno reso più performante.

Se vorrete optare per questo slicer, tramite una serie di 4 guide potrete apprendere velocemente tutte le nozioni e prendere piena padronanza di questo software in poco tempo.
La prima guida tratta l’installazione e la creazione dei profili. La seconda guida spiega l’area di lavoro, la terza guida le impostazioni di stampa. La quarta ed ultima guida approfondisce le modalità speciali e svela qualche piccolo trucco.

Passo 4 – Reperire i modelli da stampare

Seguiti i 3 punti precedenti l’unica cosa che resta da fare è stampare! Talvolta capire dove trovare trovare i modelli è problematico, così come capire quali scegliere come primi.
In questo ci viene incontro il Web, proponendoci moltissimi magazzini virtuali dove trovare modelli stampabili. Un modello stampabile è un qualsiasi file con estensione *.stl o *.obj.
Questi siti magazzino sono moltissimi, alcuni sono tematici, altri veri e propri mercati dove vendere e comprare modelli. Qui sono descritti i 20 più forniti e famosi magazzini di modelli 3D.

Per cominciare però le stampe da fare sono essenzialmente 2: il cubo di calibrazione e la barchetta Benchy.

Cubo di calibrazione

Una volta scaricato, datelo in pasto allo slicer. I parametri di stampa consigliati al momento sono un infill non inferiore al 20%, velocità di stampa non superiore a 60mm/s e layer di chiusura non inferiori a 6. Con queste impostazioni non dovreste riscontrare errori. Se noterete malfunzionamenti potrete ricercarne la causa e la soluzione tra i problemi comuni.
Una volta ultimato dovrete misurare il cubo, servendovi di un calibro per verificare che le misure riportate siano fedeli a quelle di progetto.

Benchy

Volendo spingerci oltre possiamo passare alla Benchy. Non facciamoci ingannare dall’aspetto semplice e carino del modello. Questo è un vero e proprio stress test, che porta alla luce ogni difetto che la nostra stampante possa avere. E’ stato appositamente studiato per far compiere alla stampante ogni combinazione possibile di movimenti, o quasi.
Anche solo l’analisi a vista di questa barchetta già ci darà molte informazioni sulla qualità di stampa raggiunta. Ciò nonostante si può approfondire l’esame “occhiometrico” attraverso tutta una serie di analisi dei particolari e misurazioni. A tal proposito potete leggere questo articolo, che svela tutti i segreti che questa simpatica barchetta porta con se.

 

Complimenti, ora avete in mano tutte le informazioni necessarie per iniziare questa avventura nella stampa 3D!

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